Lavorare in Italia, una cameriera: "Lavoro 7 giorni su 7, ora ho deciso di ribellarmi"

Nel corso dell’estate sono stati diversi i casi di lavoro diventato “oppressivo”, in particolare nel mondo della ristorazione. Nei giorni scorsi Fanpage.it ha ricevuto e pubblicato le storie di due su...

A cura di Redazione
20 agosto 2022 15:00
Lavorare in Italia, una cameriera: "Lavoro 7 giorni su 7, ora ho deciso di ribellarmi" -
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Nel corso dell’estate sono stati diversi i casi di lavoro diventato “oppressivo”, in particolare nel mondo della ristorazione. Nei giorni scorsi Fanpage.it ha ricevuto e pubblicato le storie di due suoi lettori.

La prima è una cameriera di sala che – racconta – ama il suo lavoro e ha un contratto a tempo indeterminato. Ma che è costretta a subire dei comportamenti che l’hanno portata a ribellarsi.

“Sono Maria (nome di fantasia), lavoro in un ristorante con quinto livello, guadagno 1370 mensili e sono una cameriera di sala. Amo il mio lavoro, ho un contratto a tempo indeterminato. Lavoro 7 giorni su 7, ma se chiedi il giorno di festa ti fanno i ‘dispetti’ del tipo che se fai festa stasera per due turni fai servizio sala e dopo lavastoviglie.

Ho comunque deciso di ribellarmi a questa cosa, non è giusto… Conosco i sacrifici di questo lavoro… Festività, sabati e domeniche…Basterebbe organizzare il lavoro in maniera adeguata con il personale e avere un giorno di festa a settimana e ogni tanto toccherebbe anche una domenica…”.

Un secondo lettore ha voluto raccontare la sua di storia, legata al tanto tempo speso per adempiere alla sua attività professionale a discapito della sfera familiare.

“Io, barman in hotel di lusso, vedevo la mia famiglia 48 ore a settimana. Ho lavorato tra discoteche e hotel per anni, gli ultimi 24 in un hotel di lusso, e vi posso solo confermare che l’ho passato anche io, vedendo la mia famiglia per 48 ore alla settimana. Bambini a scuola e moglie a lavoro di mattina per stare con loro di sera mentre io andavo a lavorare. Eventi, aperitivi, moda ecc ecc, vi dico che alla fine mi sono licenziato e ho ricominciato a vivere”.

 

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