Lo stemma episcopale di Monsignor Luigi Cantafora: un omaggio a Crotone, al mare e alla colonna di Capocolonna

Lo stemma episcopale di Monsignor Luigi Cantafora è un vero e proprio omaggio a Crotone e alla sua tradizione religiosa

A cura di Redazione
20 luglio 2025 08:00
Lo stemma episcopale di Monsignor Luigi Cantafora: un omaggio a Crotone, al mare e alla colonna di Capocolonna -
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Crotone, 6 gennaio 2003, giorno dell’ordinazione episcopale di Monsignor Luigi Antonio Cantafora, è una data che rimane impressa nella storia della Chiesa crotonese. Il suo stemma episcopale racchiude un forte legame con la città d’origine e con la sua tradizione di fede, in particolare con la Beata Vergine di Capocolonna, alla quale i crotonesi sono devoti da secoli.

Il campo dello stemma è suddiviso in tre parti, ognuna ricca di simboli e significati profondamente legati alla spiritualità e alla terra natia del presule.

Il colore azzurro e la colonna della Vergine

La parte superiore è azzurra, colore che richiama la Madre del Redentore, la Porta del Cielo. Al centro svetta una colonna, sormontata dalla lettera M, iniziale di Maria e di Madre, a indicare la Santissima Madre di Dio.
La colonna non è solo un simbolo mariano, ma rappresenta la profonda devozione che lega Crotone alla Vergine di Capocolonna, patrona della città. Nello stemma, la colonna sostiene la Croce Gloriosa, “irradiazione del volto misericordioso del Padre”, e appare come un tutt’uno con essa.

Il mare e la tradizione evangelizzatrice

Sotto la colonna, lo stemma mostra un tratteggio che simboleggia il mare, con onde che richiamano ancora una volta Crotone e il legame tra la città e il cristianesimo.
La tradizione, infatti, vuole che la fede sia giunta a Crotone dal mare. In alcuni dipinti conservati nella Cattedrale, è raffigurato lo sbarco di San Dionigi, primo vescovo e patrono della diocesi.

Il rosso della carità e del martirio

Il terzo spazio, nella parte inferiore dello scudo, è rosso, colore che simboleggia carità e martirio, intesi come atto supremo di amore e testimonianza cristiana. In araldica rappresenta la terra infuocata dalla predicazione del Vangelo. Al centro è raffigurata una fiaccola, segno dell’“amore infinito del Redentore”, ma anche un riferimento a San Domenico di Guzmán.
Non è un caso: a San Domenico è dedicata la parrocchia sorta nel 1975 a Crotone, proprio con l’impegno pastorale di Monsignor Cantafora.

Il motto: “Charitas Christi Urget Nos”

La simbologia dei tre spazi e dei colori è intimamente legata al motto episcopale, tratto dalla Seconda Lettera ai Corinzi: “Charitas Christi Urget Nos” (2 Cor. 5,14), ovvero “L’amore di Cristo ci spinge”. Tutto nello stemma rimanda a questo amore che, come un fuoco, spinge all’evangelizzazione e al servizio della Chiesa.


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