(VIDEO) Note in punta di dita: il viaggio musicale di Giovanni Baglioni a Crotone: «Città autentica in un mondo troppo veloce»

Alla villa comunale di Crotone, il chitarrista Giovanni Baglioni conquista il pubblico con tecnica, emozione e parole vere

A cura di Redazione
03 agosto 2025 09:00
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Il virtuosismo delle mani e delle dita ha illuminato la serata di Roots, ieri presso la villa comunale di Crotone, dove il protagonista assoluto è stato Giovanni Baglioni. Sì, figlio d’arte, ma con un’identità musicale fortemente autonoma e centrata: una chitarra acustica, una scaletta originale e tanta bravura.

Durante il concerto, inserito nel cartellone di Crotone Summer 2025, Baglioni ha proposto un viaggio sonoro che ha toccato brani del suo repertorio come Miraggio, Get up, Toro Seduto ascendente Leone, L’insonne e un sentito omaggio al suo maestro musicale, Michael Hedges.

Un momento intenso è stato l’esecuzione del brano Bloody Finger, raccontato così dall’artista: «Mi sono letteralmente spaccato le dita mentre lo componevo. Ero talmente preso che di quel sanguinamento me ne sono accorto solo dopo», ha spiegato con il tono ironico e sincero che ha accompagnato tutta la performance.

Applausi convinti per il musicista, che alcuni fan avevano già avuto modo di incontrare in mattinata in piazza Pitagora. All’evento era presente l’assessore alla Cultura Nicola Corigliano, mentre l’organizzazione è stata curata dal crotonese Pasquale Tricoli.

Baglioni ha anche condiviso alcune riflessioni sul suo rapporto con la musica e con Crotone che ha visitato in due giorni, con passeggiate sul lungomare e anche sulla spiaggia:
 «Crotone l’ho trovata bene. Non ho un paragone, perché è la prima volta che vengo, ma mi ha fatto piacere passeggiare sul lungomare, sentire la banda ieri sera... è stato molto piacevole. Mi ricorda qualcosa di più autentico, in un mondo che va troppo veloce».

Sulla sua vocazione artistica ha aggiunto:  «La musica ha sempre avuto un posto in prima fila nella mia vita, per le mie ascendenze famose. Ma non mi sono mai sentito un predestinato. È stato l’ascolto di un disco del 2000 del chitarrista australiano Tommy Emmanuel a farmi scoprire un modo di suonare che ho voluto fare mio».

Un momento speciale è stato anche la riscoperta di un brano che, come confessato sul palco, non eseguiva da tempo: «Uno di quelli in cui ho messo più passione è L’insonne, del mio primo disco. Stasera ho voluto riprenderlo».

 Giovanni Baglioni ha dimostrato che si può essere figli d’arte ma padroni del proprio suono.

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