La provincia di Crotone sempre ultima? Il parametro più difficile da digerire è la rassegnazione
Dicembre 2016, andava in onda su Rai Uno il programma di Tiberio Timperi “Uno mattina in famiglia”, io ero lì a commentare l’ultima posizione della nostra amata Crotone nell’ormai famosa classifica de...

Dicembre 2016, andava in onda su Rai Uno il programma di Tiberio Timperi “Uno mattina in famiglia”, io ero lì a commentare l’ultima posizione della nostra amata Crotone nell’ormai famosa classifica della Qualità della vita nelle province italiane.
Ricordo che al mio fianco era seduto un giornalista di Mantova, che all’epoca era invece la prima della classe. Mi fa sorridere pensare che in questi anni tanto è cambiato nei piani alti di questa lista e nulla, o forse poco, in quelli bassi. Ieri come allora, mi sento in dovere di tornare a commentare.
“Non soddisfa i parametri essenziali, quelli che riguardano la quotidianità” questa la spiegazione che si legge nella nota divulgata alla stampa da Italia Oggi che ha stilato, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e con Cattolica Assicurazioni, la ventiquattresima classifica sulla Qualità della vita. E per chi a Crotone ci vive non è neanche troppo strano vedere la provincia, ancora una volta, ultima.
Trento è in testa, con gli eccellenti piazzamenti conquistati in quasi tutti gli ambiti considerati: otto su nove. Crotone invece è in fondo e identifica fondamentalmente le province del Mezzogiorno con diverse criticità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita.
La nostra provincia si trova nel gruppo di coda in sei dimensioni su nove (affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; tempo libero). Non vanno certo meglio le “cugine”.
Per Catanzaro posizione numero 87, al 94esimo c’è Cosenza, seguita da Reggio Calabria. Centesima posizione per Vibo Valentia, che recupera due gradini rispetto alla stessa classifica dello scorso anno. Lo studio evidenzia una netta spaccatura tra Centro-Nord, da un lato, Sud e Isole, dall’altro: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 di testa.
Nulla di nuovo dunque, visto che anche lo scorso anno Crotone si è posizionata al 107esimo posto. Forse è proprio questa rassegnazione il “parametro” più difficile da digerire.
Passano gli anni, cambiano i governi, cambiano le amministrazioni, arrivano sempre più risorse, si parla sempre più di rilancio, qualcosa addirittura si muove nel territorio, eppure quel posto sembra quasi riservato. Quasi una beffa se si pensa a quello che in questo anno è stato fatto soprattutto per il turismo.
Poi però si guarda alla vita di tutti i giorni, quella fatta di scuole fatiscenti, di mense scolastiche mai partite, si guardano i dati della disoccupazione, dello spopolamento, della povertà diffusa, si pensa ai fatti di cronaca e alla mancanza di sensibilità verso i giovani che hanno poco da fare nei nostri comuni e poche opportunità. L’emigrazione non riguarda solo più il lavoro ma anche lo studio.
Eppure quanto è bella Crotone, quanto sono belli i nostri borghi, quante potenzialità hanno i nostri territori. Dal prossimo anno non ci saranno più scuse, le risorse del Piano nazionale di ripresa e Resilienza ci sono, toccherà a chi di dovere fare di tutto per cambiare questa classifica, almeno provarci.
Antonio Gaetano