Lavoro, l’allarme della Uil Calabria: “11 morti nel 2025, servono ispettori e pene severe”

«E’ necessario un Piano straordinario per la sicurezza che coinvolga tutti gli attori interessati»

A cura di Redazione
05 settembre 2025 18:30
Lavoro, l’allarme della Uil Calabria: “11 morti nel 2025, servono ispettori e pene severe” -
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Calabria - “Il tema della sicurezza deve essere centrale nei programmi di governo, nazionale e regionale, perché ogni morte sul lavoro è un fallimento collettivo. Non si può parlare di sicurezza solo quando si verificano tragedie, ma bisogna promuovere una cultura in cui la prevenzione diventi prioritaria”.

Lo sottolinea Mariaelena Senese, Segretario Generale della Uil Calabria che aggiunge: “Le varie statistiche ci restituiscono un quadro sempre più drammatico. In Calabria i dati degli ultimi anni, seppur in lieve calo, sono assai preoccupanti. Dal Report dell’Inail si evidenzia che nel 2024 sono state 26 le denunce d’infortunio con esito mortale , un numero leggermente inferiore ai 29 dell’anno precedente, ma si tratta pur sempre di una cifra elevata . Il dato più alto è stato registrato a Cosenza con 12 incidenti mortali. 7 invece a Catanzaro, 3 a Crotone, 3 a Reggio Calabria e 1 a Vibo Valentia. Sempre secondo i dati Inail, aumentano le denunce d’infortuni sul lavoro: 8.857 nel 2024 rispetto a 8.596 del 2023. Anche in questo caso la provincia di Cosenza è in testa alla classifica con 3.339 casi seguita da Reggio (2072) ; Catanzaro (1997); Vibo (740) e Crotone con 709 denunce di infortuni. Con un indice di incidenza medio del 35,2 la Calabria è nella cosiddetta “zona arancione”, che raccoglie le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale e si colloca al nono posto della graduatoria nazionale. Anche nel 2025 i numeri sono preoccupanti con 11 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno. Aumentano anche le malattie professionali: nel 2023 sono state protocollate 2.090 denunce, il 4,55% in più rispetto al 2021 e il 2,70% in meno rispetto al 2022”.

“Questi i dati – prosegue Senese - che ci restituiscono l’istantanea di un fenomeno sempre più allarmante. Ma dietro ai numeri ci sono nomi, famiglie, storie di vite spezzate. Per questo ribadiamo la necessità di porre la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro al centro delle priorità politiche e istituzionali. Servono più ispettori e ispezioni, più formazione, una maggiore attenzione alla prevenzione e pene severe per chi non rispetta le regole e mette a rischio la vita degli altri. Emblematico il dato relativo agli accertamenti ispettivi compiuti dall’Inail nel 2023 in Calabria: su 134 aziende controllate, 133 sono risultate irregolari, ossia il 99,25%.

La vita dei lavoratori non può essere subordinata al profitto. Servono interventi urgenti e strutturali. E’ necessario un Piano straordinario per la sicurezza che coinvolga tutti gli attori interessati per elaborare strategie concrete che possano prevenire infortuni e incidenti sul lavoro. E’ questo che chiediamo alla politica, ai candidati e alle candidate alle prossime regionali: un impegno concreto sui temi della sicurezza. Perchè il lavoro -conclude Senese - deve essere dignità, non tragedia”.


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