L'esodo silenzioso dei giovani, Crotone rischia di perdere il suo futuro

Crotone - «Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi dieci anni, la popolazione in età lavorativa presente in Italia diminuirà...

A cura di Redazione
13 maggio 2025 07:30
L'esodo silenzioso dei giovani, Crotone rischia di perdere il suo futuro -
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Crotone – «Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi dieci anni, la popolazione in età lavorativa presente in Italia diminuirà di quasi 3 milioni di unità». È questo il dato allarmante emerso da un’indagine pubblicata dalla CGIA di Mestre, che ha elaborato le previsioni demografiche dell’Istat, restituendo ancora una volta un quadro estremamente preoccupante sulla tenuta demografica e occupazionale del nostro Paese. Secondo lo studio, «il nostro paese rischia lo “spopolamento” della coorte anagrafica potenzialmente occupabile», ovvero della fascia di popolazione in età da lavoro, compresa tra i 15 e i 64 anni. Un fenomeno che si inserisce in una tendenza ormai strutturale e che tocca in maniera trasversale l’intero territorio nazionale. Ma è il Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto, con contrazioni particolarmente marcate che incidono inevitabilmente anche sul futuro dellos viluppo economico del sud. Tra le regioni più colpite figura la Calabria, che secondo le proiezioni perderà il 12,1% della popolazione in età lavorativa, pari a circa 139.450 persone. Un dato che va ben oltre la semplice flessione numerica e che mette in discussione la stessa capacità del territorio di garantire continuità economica, servizi pubblici e coesione sociale.

IL CASO CROTONE

Il caso della provincia di Crotone è emblematico. Secondo quanto emerge dal report, la popolazione tra i 15 e i 64 anni passerà da 102.339 a 90.895 unità, con una perdita stimata di oltre 11.000 persone in soli dieci anni.
Un calo che «è attribuibile al progressivo invecchiamento della popolazione: con un numero sempre più ridotto di giovani e un consistente gruppo di baby boomer prossimo all’uscita dal mercato del lavoro per raggiunti limiti d’età», come sottolinea la CGIA Mestre, «il nostro Paese rischia lo spopolamento della coorte anagrafica potenzialmente occupabile». A rendere il quadro ancora più critico è il fatto che tutte le 107 province italiane monitorate nello studio registreranno, entro il prossimo decennio, una variazione assoluta negativa della popolazione in età lavorativa. Non si tratta quindi di un’emergenza locale, ma di un fenomeno nazionale che rischia di mettere in crisi il tessuto produttivo e sociale dell’Italia intera.

Tuttavia, la tendenza non è nuova. Già negli ultimi dieci anni, la provincia di Crotone ha subito una forte diminuzione demografica tra i più giovani nonostante qui, quell’inverno demografico che attanaglia l’Italia, sembra non essere ancora arrivato. Se è vero che qui nascono ancora bambini, oltre 1000 all’anno, le opportunità spingono i giovanissimi a lasciare la propria terra, Dal 2014 al 2024, infatti, il territorio ha perso 8.169 giovani nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni, confermando una fuga che è allo stesso tempo generazionale e culturale.

Un ventennio difficile, dunque, per la provincia crotonese, che oggi si trova a fronteggiare non solo la cronica “fuga di cervelli”, ma anche l’abbandono da parte di intere generazioni di giovani, costretti a cercare stabilità economica e occupazionale altrove, spesso fuori regione o addirittura all’estero.
Di fronte a questi numeri, appare urgente un ripensamento delle politiche demografiche e occupazionali, con misure concrete a sostegno delle famiglie, dell’occupazione giovanile e dello sviluppo locale. Perché il rischio, ormai concreto, è quello di un impoverimento strutturale e irreversibile del capitale umano, proprio laddove ce ne sarebbe più bisogno.
Veronica Romano

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