Nuove scoperte a Capo Colonna: stanze, muri e reperti emergono dallo scavo Domitina

Scavo Domitina: ritrovati livelli di abbandono e crolli antichi a Capo Colonna

A cura di Redazione
21 novembre 2025 07:00
Nuove scoperte a Capo Colonna: stanze, muri e reperti emergono dallo scavo Domitina -
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A Capo Colonna continuano gli scavi: nuove testimonianze dal passato di Kroton

A Capo Colonna si continua a scavare, e ogni metro di terra riportato alla luce aggiunge nuove tessere al grande mosaico della storia di Kroton. L’archeologo e dottorando della Scuola Superiore Meridionale Domenico Garzillo ci ha accompagnato nell’area dello scavo di Domitina, uno dei tasselli più significativi dell’ampio progetto Antica Kroton Futura, che punta a ricostruire e comprendere in maniera organica l’evoluzione storica, urbanistica e culturale della città e del suo territorio sacro.

Lo scavo sorge a poca distanza dal Santuario di Hera Lacinia, cuore religioso della Kroton greca e poi romana. Un’area che non smette di restituire reperti, strutture e indizi di un passato complesso, fatto di continui rapporti tra la città e il suo santuario.

Garzillo: “Crotone e il santuario sono due entità che hanno collaborato per secoli”

«Gli interventi della Scuola Superiore, sempre all’interno del progetto Antica Kroton, si collegano anche alle attività che si stanno portando avanti nell'area archeologica del santuario di Capo Colonna» spiega Garzillo.
«Il rapporto tra Crotone e il santuario è stato suggellato nel tempo: città e luogo sacro nascono come due entità che collaborano nel territorio già in antichità. Le fonti parlano di processioni dedicate alla dea Hera che partivano proprio da Crotone».

Le indagini, racconta l’archeologo, mirano a ricostruire come il territorio abbia risposto nei secoli ai cambiamenti del santuario: dalle sue fasi di piena attività in età greca e romana, fino alla spoliazione e all’abbandono in epoca medievale.
«Nel suo immediato circondario — prosegue Garzillo — dovevano esserci infrastrutture e insediamenti che avevano funzioni specifiche in relazione al santuario. L’area Domitina potrebbe essere una di queste. È una delle domande a cui stiamo cercando di trovare risposta».

Un aspetto centrale del progetto è l’integrazione dei dati:
«Una delle missioni fondamentali è mettere insieme scavi archeologici, fonti antiche, documenti d’archivio e cartografia storica in un unico sistema: uno strumento di studio e di ricerca, un vero e proprio libro aperto sulla storia di Crotone, del suo territorio e del santuario».

Bermejo Melendez: “Un’area indagata dagli anni ’70, ora finalmente leggiamo il quadro completo”

Accanto a Garzillo, anche l’archeologo Alberto Bermejo Melendez, della Scuola Superiore Meridionale, sottolinea l’importanza dell’area Domitina:
«Si tratta di una zona studiata fin dagli anni ’70-’80. La nostra presenza qui è motivata dalla necessità di comprendere la relazione tra l’area sacra del santuario e il suo insediamento circostante, ma anche il rapporto con la fascia costiera immediatamente vicina».

Lo scavo, spiega, è ampio e sta restituendo strutture ben definite:
«Fino a oggi abbiamo portato alla luce gruppi di stanze, muri e un livello di abbandono con i crolli del tetto e vari elementi ceramici. Ma lo scavo è solo metà del lavoro: il doppio del tempo viene impiegato in laboratorio, dove, attraverso lo studio dei materiali e dell’edilizia antica, riusciamo a ricostruire le incognite emerse sul campo».

Garzillo: “Digitalizzare gli scavi del passato è fondamentale per il futuro”

Un obiettivo chiave è anche la digitalizzazione del patrimonio di indagini accumulate nei decenni:
«Digitalizzare gli scavi del passato e rendere disponibili queste informazioni è utile su più fronti – conclude Garzillo – non solo per la ricerca archeologica, ma anche per le future operazioni nel territorio. Avere memoria delle ricerche già svolte aiuta lo sviluppo futuro, non solo scientifico ma anche urbanistico».

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