Pedalando immersi nella bellezza della Val di Neto tra storia e natura
La natura incontaminata, luoghi inesplorati che attendono solo di essere conosciuti e apprezzati. Quello che è possibile ammirare lungo la Valle del Neto ha davvero dell’incredibile e oggi, grazie al...

La natura incontaminata, luoghi inesplorati che attendono solo di essere conosciuti e apprezzati. Quello che è possibile ammirare lungo la Valle del Neto ha davvero dell’incredibile e oggi, grazie al progetto della ciclovia che ha visto coinvolti diversi comuni dell’area, tutti potranno godere della bellezza di un paesaggio tipicamente mediterraneo e ricco di sorprese. Insomma, basta salire in sella, e non solo, per vivere un’esperienza a stretto contatto con natura e storia. A raccontarci il percorso della Ciclopedonale della Val di Neto, è l’archiettto Maurizio Apa che si è occupato in prima persona del progetto. L’ingresso della “Ciclopedonale della Val di Neto”si trova alle pozze di acqua sulfurea di Bruciarello, nel comune di Caccuri da lì oltrepassando i terreni di macchia mediterranea con oleandri, olivastri e altre tipiche flore si arriva al torrente Calusia che è un affluente del Neto, lì è stata costruita una passerella in legno e in acciaio con un antenna e degli stralli che oltrepassa il torrente con una luce di 30 metri.
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Costeggiando l’alveo del fiume si arriva al primo ponte di Santa Severina – quello nei pressi di Campodenaro per intenderci – per poi attraversare la sponda idrografica destra del Neto. Oltrepassando questa parte ecco la Timpa del Salto, qui sono state allestite le prime piazzole del rafting che si trovano poi in altri punti della ciclovia, i visitatori potranno quindi utilizzare kayak e canoe. Da qui in poi si percorre l’argine sinistro e si arriva a Corazzo attraversando ancora il territorio di Belvedere Spinello, Santa Severina, Rocca di Neto e Scandale. Nel borgo santaseverinese, dove c’è il nuovo ponte, c’è il primo lungo Neto presente anche a Rocca di Neto (Mattatoio) e poco prima di Corazzo. In queste zone, sull’argine, è stata realizzata una pavimentazione colorata con staccionate e l’impianto di illuminazione. Si tratta di aree di un chilometro di lunghezza per tre metri di larghezza attrezzata con panchine, cyclette fronte fiume e area parcheggio. Ma il viaggio continua sempre immersi nella vegetazione, nella flora e nelle fauna tipica del fiume Neto marchesato. Poi da Rocca di Neto il percorso prosegue sulla strada provinciale, la pista ciclabile in questo caso è evidenziata con la segnaletica verticale e si arriva fino alla pietra del Tesauro a Strongoli.
Da qui in poi si può decidere se andare a destra e arrivare alla foce del fiume Vitravo, affluente del Neto, oppure a sinistra per arrivare fino al mar Ionio dove si trova una piazzola e una cornice con la definizione della Ciclopedonale. Il percorso naturale incontra però anche la storia che si lega all’ultimo cammino dei Fratelli Bandiera. Inoltre, sul tracciato sono stati piantumati alberi autoctoni: come mandorli e amarene. L’obiettivo è quello di rendere la ciclovia una meta turistica per le fioriture.