Solennità di Tutti i Santi, il Vescovo: “Siate santi nella quotidianità, non fotocopie”

L’arcivescovo Torriani ha presieduto la celebrazione nella chiesa dell’Immacolata a Crotone. Nell’omelia, il richiamo alla santità vissuta ogni giorno, sull’esempio del beato Carlo Acutis

A cura di Redazione
02 novembre 2025 07:00
Solennità di Tutti i Santi, il Vescovo: “Siate santi nella quotidianità, non fotocopie” -
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Il bianco dei paramenti liturgici, simbolo di luce e gloria, ha avvolto la chiesa dell’Immacolata di Crotone in occasione della solennità di Tutti i Santi, celebrata il 1° novembre. A presiedere la celebrazione eucaristica nella serata di ieri è stato l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Alberto Torriani, affiancato dal rettore-parroco, monsignor Alessandro Saraco.

Nel corso dell’omelia, l’arcivescovo ha invitato i fedeli a riflettere sul valore della santità “di tutti i giorni”, una santità concreta e accessibile, che si vive nella propria vocazione quotidiana: tra i banchi di scuola, nei luoghi di lavoro, in famiglia.

«Ognuno è chiamato a essere santo lì dove è chiamato a esistere – ha detto –. Penso a questa città, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie. Oggi celebriamo quella che Papa Francesco ha definito la “santità della porta accanto”. Carlo Acutis, il giovane beato, diceva: non siate fotocopie di nessuno. Ecco, viviamo l’originalità di Dio».

Rifacendosi al Vangelo delle Beatitudini, il presule ha spiegato che il termine “beati” può essere anche letto come “alzati”: «Custodisci la bellezza che è dentro la tua vocazione, rialzati anche quando la vita sembra contraddire tutto. Noi cristiani siamo quelli che tengono lo sguardo rivolto verso l’alto, anche nella tristezza del ricordo dei defunti».

L’arcivescovo ha poi espresso vicinanza alle comunità della diocesi che sta conoscendo “tra bene e difficoltà”, ma ricca di spiritualità. Ha ricordato con gioia le due recenti ordinazioni sacerdotali e quella diaconale prevista nei prossimi giorni, di don Giuseppe Bentivoglio che sarà ordinato diacono: «È un segno vivo della Chiesa. Dobbiamo pregare per le vocazioni e custodire i nostri sacerdoti: non è cosa da poco».

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