Sotto i portici presidio permanente per la Palestina, Arci Crotone: “Voci di resistenza per chi non ne ha”
Arci Crotone presidia ogni sabato sotto i portici: arte, parole e confronto per dare voce alla Palestina e resistere all’indifferenza

Ha preso il via un presidio permanente organizzato da Arci Crotone, ogni sabato mattina, all’ingresso del mercato di via Messinetti, sotto i portici. Un momento di presenza, ascolto e resistenza, in un crocevia di umanità nel cuore della città, per sensibilizzare la popolazione sulla guerra in corso.
Il banchetto, contraddistinto dalla bandiera della Palestina, non vuole essere l’ennesima voce del privilegio occidentale, ma uno spazio aperto alle parole e alle opere di chi vive l’oppressione quotidiana.
Questa mattina, a dare vita all’iniziativa c’erano tre giovani attivisti di Arci Crotone: Simone Monesi, Noemi Bossi e Iole Marchio.
Il presidio offre foglietti illustrativi, scritte per la pace, disegni, colori e grafiche di artisti internazionali. Non mancano informazioni su marchi da boicottare perché, come spiegano gli attivisti, “ogni scelta quotidiana ha un peso e un fine”.
«La città di Crotone sta rispondendo con interesse», racconta Simone Monesi.
«Abbiamo suscitato curiosità perché a Crotone, come in gran parte d’Italia, non esistono presidi fisici permanenti come questo. Il nostro banchetto offre gratuitamente stampe di grafiche realizzate da artisti e artiste di tutto il mondo grazie al progetto Flyers for Falastin. C’è anche un angolo visivo per vedere documentari e spezzoni di vita quotidiana a Gaza. Non vogliamo riempire di parole nostre, dal privilegio occidentale, questo spazio: vogliamo lasciare voce all’arte e a chi vive questo dramma. Arci Crotone sostiene la causa palestinese da sempre: cene di beneficenza, raccolte fondi, un’ambulanza spedita a Gaza con Life for Gaza. Siamo un punto di riferimento su questo tema», aggiunge.
«Siamo qui anche per ricordare che la Palestina non è un mondo a parte», spiega Iole Marchio. «La Palestina è un popolo che resiste e oggi avrebbe bisogno dell’attenzione di tutti. Noi abbiamo il privilegio di poter parlare e informare: vogliamo usarlo non per sostituirci a chi vive la guerra, ma per far conoscere questa realtà. Una parola può cambiare molto: non vogliamo dare messaggi passivi, ma piantare un seme, anche doloroso, da far germogliare.
Ricordiamoci che non è iniziato tutto il 7 ottobre: è una storia di sessant’anni di martirio. Conserviamo la memoria per guardare al futuro. A tutti i cittadini di Crotone chiediamo solo una cosa: informatevi, perché l’informazione ci renderà liberi».
A chiudere è Noemi Bossi, che ribadisce: «La popolazione di Crotone sta rispondendo con interesse. Non è facile stimolare una partecipazione attiva, ma vediamo un segnale di condivisione del dolore di questo popolo. Siamo qui per parlare, confrontarci, dialogare anche con chi la pensa diversamente. La nostra voce, unita a quella di tanti altri, è un unico grande grido: pace per la Palestina».