Svimez: il sud traina la crescita del Pil ma incombe il pericolo dell'autonomia differenziata
«Il Presidente della Regione Roberto Occhiuto impugni la legge sull’Autonomia Differenziata». È la sfida lanciata dal Segretario Cgil Nazionale Pino Gesmundo da Lamezia Terme dove ha partecipato all’i...

«Il Presidente della Regione Roberto Occhiuto impugni la legge sull’Autonomia Differenziata». È la sfida lanciata dal Segretario Cgil Nazionale Pino Gesmundo da Lamezia Terme dove ha partecipato all’incontro promosso da Cgil Area Vasta “Politiche industriali, infrastrutture, bonifiche: prospettive di sviluppo dell’area centrale della Calabria”, organizzato dalla Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo. Un appello che in realtà arriva da più fronti considerando che la legge potrebbe oggettivamente mettere in difficoltà le regioni del sud.
A confermarlo è anche il presidente di Svimez Adriano Giannola: «Siamo stati i primi a scendere in campo non contro l’autonomia differenziata ma soprattutto contro il modo pericoloso in cui è stato portato avanti questo progetto». Ora però c’è ben poco da chiedere ecco perché secondo Giannola «la riforma porrà nuovi problemi: li dobbiamo affrontare con il confronto e non con lo scontro». Confronto che può partire anche dagli ultimi dati Svimez che riguardano il Pil. Secondo l’indagine si stima una crescita del PIL dell’Italia del +0,9% nel 2023, in decelerazione rispetto al +4% del 2002, ma comunque al di sopra della media Ue (+0,4%).
La dinamica del prodotto è stata eterogenea tra macro-aree e regioni italiane. Nel 2023, la crescita del PIL delle regioni meridionali è stata superiore a quella delle altre macro-aree: +1,3% contro +1% del Nord-Ovest, +0.9% del Nord-Est e +0,4% del Centro. Il Sud non cresceva più del resto del Paese dal 2015 (+1,4% contro il +0,6% del Centro-Nord). Altrettanto favorevole al Sud si è mostrata la dinamica occupazionale.
Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%. La crescita più accentuata del PIL meridionale è stata sostenuta soprattutto dalle costruzioni. Nel complesso delle regioni meridionali gli investimenti in opere pubbliche sono cresciuti da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord). Una dinamica sulla quale dovrebbe aver inciso significativamente il progressivo avanzamento degli investimenti del PNRR e l’accelerazione della spesa dei fondi europei della coesione in fase di chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020.
In Calabria l’incremento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale (-4,8%). Insomma, il sud c’è e anche la Calabria, ma questa crescita trainante potrebbe risentire di una legge che non convince. Il dibattito è ancora accesso ma il Governo sembra non voler tornare sui suoi passi. spetterà al presidente della repubblica Sergio Mattarella cercare di mediare.