(VIDEO) La Storia dei Portantini della Madonna di Capo Colonna nel libro di Antonio Sibilla
Un dolce peso sulle spalle da tanti anni. Un cuscinetto sulla spalla destra e la devozione nel cuore. Nelle mani dei crotonesi vengono stretti i rosari, alcuni piedi sono scalzi, mentre gli zaini cont...
Un dolce peso sulle spalle da tanti anni. Un cuscinetto sulla spalla destra e la devozione nel cuore. Nelle mani dei crotonesi vengono stretti i rosari, alcuni piedi sono scalzi, mentre gli zaini contengono una coperta per riposare al termine della lunga processione della terza domenica di maggio. E’ la devozione dei crotonesi verso la loro Patrona, la Madonna di Capo Colonna, e sulle spalle dei portantini poggia il peso del Quadro, il cui carico è addolcito dalla fede.
L’Associazione Portantini della Madonna di Capo Colonna è stata istituita presso la Basilica Cattedrale nel 1986, voluta da monsignor Giuseppe Agostino. Riunisce quasi 180 persone, i “portantini”, di cui fa parte anche Antonio Sibilla, che nel suo libro “Tu la nostra forza” racconta questa “missione” nel portare la divisa con il largo fazzolettone.
«Il mio primo ricordo mi riporta a mia madre – ci ha detto Antonio Sibilla – aveva un piccolo libricino dedicato alla Madonna di Capo Colonna e nel mese mariano lo leggeva poichè non aveva la possibilità di recarsi in chiesa perchè aveva una famiglia numerosa».
Vedere la preghiera «mi fece venire il desiderio di fare il portantino». Poi il ricordo di Antonio Sibilla va all’amico Mario Scarriglia, scomparso da poco: «Eravamo veramente come fratelli. Abbiamo deciso così di fare i portantini nel 1970, l’inizio di un lungo cammino. Oggi sono quasi cinquantaquattro anni».
Nel libro, Sibilla, partendo dai portuali ripercorre le varie tappe che hanno portato nel 1986 alla costituzione, per volontà di Monsignor Giuseppe Agostino Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, dell’Associazione Portantini della Madonna di Capo Colonna. «E’ un qualcosa che bisogna sentirsi dentro, e per questo sono ancora qui. Essere portantini non è solo portare la Madonna sulle spalle, ma portarla tutti i giorni, con il legame con la famiglia». Tra i ricordi più particolari, continua Sibilla, c’è il Settennario.
«E’ qualcosa che non puoi dimenticare». Ci sono momenti particolare nelle tappe del Portantino, con la curiosità dei crotonesi nel voler conoscere questo mondo: «Siamo sedici persone che portiamo il Quadro grande, e il peso si divide. Alle volte non lo senti. Se mi chiedono se pesa, rispondo di sì. Ma è lei che ti da la forza di portare quel peso». Un altro momento in cui affiora la fede e devozione è la processione verso il nosocomio: «L’ospedale è un luogo di sofferenza, vedi i malati affacciati alla finestra. Anche io sono guarito grazie alla sua intercessione». Un libro dunque in cui racconta i Portantini e l’istituzione dell’associazione, con la fede al centro: «Per sua intercessione mi trovo qui a parlare. Dico che è stata Lei che ha voluto che fossi ancora qui».
