Commemorazione dei defunti, perché il 2 novembre si ricordano tutti i morti

Una giornata dedicata alla preghiera, al ricordo e alla comunione tra chi vive e chi ci ha preceduti

A cura di Redazione
02 novembre 2025 08:14
Commemorazione dei defunti, perché il 2 novembre si ricordano tutti i morti -
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Il 2 novembre, all’indomani della solennità di Tutti i Santi, la Chiesa cattolica invita a volgere lo sguardo verso coloro che non sono più tra noi. È la Commemorazione dei fedeli defunti, una giornata in cui il tempo si ferma per dare spazio alla memoria, alla preghiera e alla speranza della resurrezione.

L’usanza di dedicare un giorno al ricordo di tutti i morti risale al IX secolo e si deve a sant’Odilone di Cluny, abate benedettino che volle istituire il 2 novembre come data fissa per pregare per le anime del Purgatorio. La tradizione racconta che l’idea nacque dopo un singolare episodio: un monaco di ritorno dalla Terra Santa riferì di aver udito le voci delle anime purganti provenire da una grotta in Sicilia, e questo spinse l’abate a dedicare una giornata speciale alla loro memoria.

Da allora la “festa dei morti” è diventata un appuntamento sentito, non solo religioso ma anche profondamente umano. La Chiesa la celebra con il colore viola, simbolo di penitenza e raccoglimento, e invita i fedeli a partecipare alle messe e alle processioni nei cimiteri, dove vengono benedette le tombe e si rinnova l’abbraccio spirituale con i propri cari.

L’origine di questa ricorrenza si intreccia con la fede nella comunione dei santi, quell’unione invisibile che lega i cristiani di ogni tempo e luogo: i vivi, i defunti e i beati. È una rete di amore e di grazia che supera la barriera della morte e si fonda sulla speranza, espressa con forza nelle parole di Giobbe: «Io so che il mio redentore è vivo».

Pregare per i morti, dunque, non è un gesto malinconico, ma un atto di fiducia nella vita eterna. Come insegnava sant’Agostino, i vivi intercedono per i defunti, e questi a loro volta pregano per chi è ancora in cammino sulla terra. È una catena di amore che unisce generazioni e anime, e che trova il suo culmine in questa giornata.

Non mancano, accanto al rito religioso, tradizioni popolari che si tramandano da secoli. In molte regioni italiane, tra l’1 e il 2 novembre si preparano i cosiddetti dolci dei morti”: biscotti e pasticcini di mandorla, cioccolato o marmellata, dalle forme più varie — ossa, dita, cavalli — simboli di un legame che la morte non recide. In alcuni paesi si usa ancora lasciare la tavola apparecchiata, come gesto di accoglienza per le anime dei defunti che, secondo la tradizione, tornano a visitare le case dei loro cari.

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