Da Pasolini a Ungaretti: la storia del Premio Crotone approda al Gravina: È stato un racconto emozionante quello che, lo scorso martedì, lo storico crotonese Christian Palmieri ha offerto agli studenti delle classi quinte del Liceo “Gravina”, in occasione della presentazione del volume Intellettuali e Mezzogiorno. Volti e immagini di un premio di cui è autore insieme a Gaetano Leonardi.
Con straordinaria sintesi Palmieri ha percorso la genesi e le tappe fondamentali del Premio Crotone che dal 1956 al 1963 portò nella nostra città i più grandi intellettuali dell’epoca: Sciascia, Ungaretti, Pasolini, Gadda, Debenedetti, Moravia, ma anche i calabresi Leonida Repaci, Mario La Cava, Saverio Strati. Crotone era diventata in quegli anni un importante centro culturale.
«Il premio – spiega Palmieri – fu voluto dall’allora sindaco di Crotone Silvio Messinetti, che prese parte a Napoli nel dicembre del 1949, dopo i terribili fatti dell’eccidio di Melissa, alla prima assise per la rinascita del Mezzogiorno. Messinetti accolse l’invito di creare un premio letterario come strumento reale di crescita sociale ed economica».
Palmieri mostra ai ragazzi alcune immagini storiche del premio, come quella che immortala Ungaretti, Pasolini, Moravia ai piedi della colonna di Capo Colonna. Nel suo racconto lo storico ricorda in particolare due scrittori: Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini.
Nella prima edizione del 1956 a Leonardo Sciascia, allora ancora poco conosciuto, venne assegnato un premio minore di 250 mila lire (il primo premio di un milione andò, invece, a Leonida Repaci); vinse poi il primo premio nel 1961 con Il giorno della civetta. Pasolini, invece, si aggiudicò il premio del 1959 con il romanzo Una vita violenta, suscitando non poche polemiche. Pasolini, infatti, qualche mese prima, in un suo viaggio per l’Italia, fermandosi a Cutro, colpito da quella terra brulla e aspra (che poi scelse per ambientare Il Vangelo secondo Matteo) parlò di un paese di banditi, ma nel senso di banditi dalla società, reietti. Fu Ungaretti a porre fine a quelle polemiche dicendo: “Abbraccio Pasolini. Viva Crotone”.
Un racconto, dunque, quello di Christian Palmieri intriso anche di aneddoti, da affascinare così tanto gli studenti che si sono distinti per aver seguito con particolare attenzione e silenzio.
E agli studenti Palmieri ha voluto lanciare un invito importane: «Leggete e studiate. E non è retorica quando si dice fatelo per voi stessi. Siate capaci di fare analisi critica. Non siate schiavi dei social».